Ma cosa sono i dolmen? Si tratta di strutture megalitiche che erano composte da due lastroni di pietra verticali conficcati nel terreno e uno orizzontale superiore. Per questa curiosa conformazione, per il dolmen di San Giovanni le leggende locali sostengono trattarsi della cosiddetta “Tavola dei Paladini”, rimandando alle gesta del Cavalieri di Malta oppure all'intervento di una specie di giganti.
Sia quel che sia, lo scopo reale di queste costruzioni rimane a tutt'oggi un mistero, tranne che in qualche modo fossero connessi con le stelle e le energie nodali della Terra.
BISOGNA OSSERVARE...
Il buon 99 percento delle persone che partecipano ad escursioni e viaggi si limita solo a vedere, solo l'1 percento osserva, perché c'è una sostanziale differenza tra chi vede e tra chi osserva. Osservando si possono trovare degli elementi che ad altri sfuggono, come qualcosa di apparentemente anomalo che rimanda a ipotesi “paleoastronautiche”. Ed è quello che mi è accaduto nella mia indagine in loco effettuata il giorno 9 aprile 2022.
CERCHI DI PIETRA ENIGMATICI
Secondo la teoria ufficiale i cerchi di pietra del parco megalitico di Statte, che erano tutti costruiti in muratura a secco, senza l'utilizzo di malta o cemento e che resistevano, per fare qualche esempio, a terremoti e alluvioni, rimandando anche agli enigmatici muri di Cuzco o Sacsayhuaman in Perù, fungevano da “condensatori” per l'umidità e l'acqua che si accumulava di notte per poi, di giorno, essere utilizzata per sostentamento o irrigazione.
Però secondo la mia interpretazione, quei cerchi, e ce ne sono un bel po' nel parco, servivano per altri scopi, probabilmente come calendario delle stagioni oppure forse come osservatori astronomici. Di quel tipo di cerchi, simili nella struttura, se ne trovano disseminati in ogni parte del mondo.
L'EST CHE NON C'È
Prima di arrivare, e avverrà tra brevissimo, alla sorpresa finale che riserva questo luogo, concentriamoci sul dolmen di San Giovanni.
Secondo le spiegazioni ufficiali, la struttura fungeva da sepoltura, comprovata dal fatto che al momento della scoperta furono trovate una mascella umana e degli ornamenti. Questo però non spiega in modo certo che lo fosse per davvero.
Come spiegato all'inizio di questa mia indagine, le strutture megalitiche venivano costruite in luoghi dove si concentravano nodi energetici positivi che servivano come guarigione e rigenerazione. Per non parlare poi di chi ipotizza che le grosse pietre fossero posizionate grazie all'utilizzo di onde sonore o vibrazione, atte a produrre levitazione.
Fantasie o meno, un dato certo si evince dal dolmen, non è posizionato dove dovrebbe essere.
Secondo le teorie ufficiali l'ingresso di un dolmen è posizionato ad est dove sorge il sole, simbolo di nascita. I costruttori dell'Età del Bronzo (3.500 a.C. - 600 a.C.) sapevano che ad est sorgeva il sole, che serviva per il loro scopi, forse, anche iniziatici e cerimoniali.
Per provare questo, ho utilizzato in loco una bussola puntando l'ago magnetico in direzione dell'est, ovviamente posizionandomi in allineamento all'ingresso del dolmen.
Ed ecco la sorpresa di cui vi parlavo qualche riga fa:
l'est era scostato a destra di 30° gradi. Cosa può significare questo? Per chi scrive solo due cose:
a) Gli antichi non erano precisi, oppure...
b) Le strutture sono molto più antiche e risalgono ad un periodo in cui ci fu uno sconquasso planetario in grado di spostare l'asse magnetico terrestre e l'unico, e più recente, che mi viene in mente è l'impatto cometario del Dryas Recente di 12.850 anni fa.
LE PROVE DI TECNOLOGIE PALEOASTRONAUTICHE
Lasciato lo straordinario dolmen, mi appresto a terminare questa mia indagine (e articolo) con alcune immagini di qualcosa di ancora più sensazionale, possibili tracce di tecnologie sofisticate che fanno pensare alla presenza di esseri superumani nella preistoria, anche nel territorio tarantino.
Il primo esempio è rappresentato da una pietra lavorata artificialmente, con un foro scavato ad una estremità. A circa 70 centimetri di distanza dall'oggetto in questione si trovava una pietra simile.
E se si trattasse dei resti di un “meccanismo che serviva a far funzionare una specie di macchina”?
“CART RUTS” E SOLCHI GEOMETRICI PERFETTI
Le prove di tecnologiche paleoastronautiche diventano ancora più intriganti quando mi imbatto in qualcosa che è diffuso e conosciuto in tutto il Mediterraneo, come ad esempio a Malta. Mi riferisco ai “cart ruts”, “solchi di carro”, che da almeno un secolo sono un enigma per gli studiosi.
A differenza però di Malta, come in altri luoghi dove sono presenti, qui troviamo un elemento ancora più stupefacente: solchi che sembrano “raggi perfetti” tagliati da qualcosa simile a quello che oggi definiamo laser. La natura non può produrre delle linee così perfette.
LA PROVA DELLE PROVE
Infine la prova finale, senza alcun dubbio, che evidenzia la presenza di una tecnologia preistorica avanzata e “impossibile” per l'epoca del territorio di Statte:
La traccia lasciata da un rullo.
Come è possibile che migliaia di anni fa uomini preistorici utilizzassero delle macchine che, all'occhio di oggi, sembrano sorprendentemente simili a quelle lasciate da un cingolato? IMPOSSIBILE!!!
CONCLUSIONI
a) A Statte ci sono prove di una passata presenza superumana e/o non umana.
b) Ci sono evidenze di una tecnologia avanzata e sofisticata per l'epoca.
c) Il luogo non viene valorizzato per quel che effettivamente merita.
Indagine e immagini di Antonio De Comite
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