Il testo che segue è tratto dal libro "Tiahuanaco - Diecimila anni d'enigmi incaici", scritto da Simone Waisbard, edizione italiana per Sugar Edizioni 1979. (Edizione originale in lingua francese dal titolo "Tiahuanaco, 10.000 ans d'énigmes incas", Robert Laffont, Paris, 1971).
"(...) io non posso ricollegare questa tradizione, con la scoperta effettuata casualmente a Puno da un archeologo dilettante: un semplice maestro di scuola elementare. Questo appassionato, un tal Gustavo Sanchez Sierra, mentre scavava con le mani nella mota della riva del Titicaca, in cerca di qualche cimelio, a un certo punto sentì sotto le dita qualcosa di duro e liscio...Si trattava di un cranio umano dalle dimensioni smisurate! Un vero cranio di gigante... Oppure di uno di quei Chullpas(*) di cui narrano tante antichissime leggende indigene?
Comunque sia, è ben certo che l'uomo dotato da Madre Natura di un tale teschio, dovette senz'altro appartenere a una razza dal fisico eccezionalmente nerboruto, nonché provvista di una scatola cranica del tutto straordinaria per lo spessore, la solidità e le dimensioni delle orbite oculari: queste ultime, ad esempio, erano addirittura grandi il doppio, rispetto a quelle delle mummie conservate nei musei peruviani; così come doppia era l'altezza della volta cranica! Ma il teschio del «gigante» presentava un'altra notevole caratteristica di asimmetria e irregolarità, costituita dal contrasto tra una mascella superiore eccezionalmente sviluppata, e quella inferiore di dimensioni così ridotte che vi trovavano spazio solo quattro molari.
A proposito di questi ultimi, il loro stato di conservazione dopo una permanenza di chissà quanti secoli in acqua e nel fango del Titicaca, ha destato la stupefazione degli scienziati e degli specialisti. Ma i numerosissimi strati di durissimo smalto che proteggono e che ricoprono questi denti spiega come essi abbiano potuto resistere intatti per tanto tempo e in condizioni ambientali così negative.
Secondo Sierra, è estremamente probabile che quello da lui trovato sia uno dei rarissimi crani Chullpas sino ad ora riportati alla luce. Una razza «preumana» che egli fa risalire all'età megalitica del Parun Pacha, cioè precedente al diluvio: «...una razza - afferma questo umile ma valoroso autodidatta di sangue indio - ben più forte e intelligente di quanto non siamo diventati noi aymaras, che ne siamo i diretti discendenti».
Chissà, mi chiedo, se quel cranio non appartiene ad uno dei valorosi artefici che costruirono Tiahuanaco! A uno di quei giganti che furono capaci di erigere monumenti, le cui ciclopiche dimensioni suscitano e susciteranno, ancora per molto tempo, la stupefatta ammirazione di visitatori venuti da tutto il mondo per contemplarli...
(*) dice Alberto Cuenta Zavara: "Venivano chiamati Chullpas i numerosi giganti di una razza feroce che combatterono gli Antis, senza però riuscire a vincerli."
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