Secondo le antiche cronache, Numa Pompilio (secondo re di Roma) avrebbe udito dalla ninfa Egeria che la felicità della città dipendesse dalla conservazione di tale oggetto sacro. Fu così che lo fece custodire all'interno del tempio di Marte Ultore.
Vista la particolarità di questo oggetto celeste, descritto avere una "forma particolare", ne fece fare altri undici del tutto simili, del quale "oggetto originale" non si ebbe però più alcuna traccia, dall'eccellente e rinomato artefice romano Mamurio, che per sua ricompensa ebbe il suo nome celebrato nella festa dei "sacri scudi".
Tale festa si effettuava ogni primo giorno del mese di Marzo e durava molti giorni.
(Fonte "Storia Universale Sacra e Profana, dal principio del mondo fino a' nostri giorni, del R.P.D. Agostino Calmet - monaco benedettino, abate di Senona e presidente della Congregazione dei S.s. Vitone ed Idolfo" volume 2, anno 1742)
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